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Il Dizionario Arabo - Italiano Zanichelli rispecchia lo stato attuale del Modern Standard Arabic, il linguaggio formale scritto e parlato comune a tutti i paesi di lingua Araba. Un ottimo supporto per la traduzione Arabo - Italiano e viceversa.
Manuale pratico da tenere sempre a portata di mano, utile per comunicare, divertirsi, mangiare, fare sport, capire usi e costumi, per affrontare ogni situazione e rendere unica l'esperienza del viaggio. Diviso in 14 sezioni tematiche per facilitarne l'uso, il volume include fotografie, schemi riassuntivi e informazioni utili, un dizionario con parole d'uso più comuni e regole grammaticali di base. 
Autore: Agnese Manca
Titolo: GRAMMATICA teorico-pratica di ARABO LETTERARIO MODERNO
Autore: Laura Veccia Vaglieri
Titolo: Grammatica teorico-pratica della lingua araba, Vol. 1 
Questa grammatica è concepita per discenti adulti che non hanno alcuna conoscenza della lingua araba. E' una grammatica didattica pianificata a partire dai bisogni dei discenti; bisogni che nascono dall'incontro degli interessi personali e di quelli determinati dalla realtà esterna, che interagiscono dinamicamente via via che vengono sviluppate le abilità linguistiche formulate dalla glottodidattica: la comprensione e l'espressione orali e scritte. 
Un frasario utile per risolvere le situazioni più difficili, che permette di scambiare opinioni e di prendere parte attiva a incontri e conversazioni; aiuta a condividere interessi e sentimenti, a parlare di arte, cultura, sport, amore. Uno strumento che rende diversa e completa l'esperienza del viaggio. 
Il Corso di arabo contemporaneo introduce il principiante assoluto alla lingua attualmente ufficiale in ventidue Stati che si estendono dall'Iraq al Marocco: si tratta della lingua che scrittori e intellettuali del Novecento hanno elaborato a scopi letterari e scientifici, e che viene detta arabo standard contemporaneo. La conoscenza di questa lingua è indispensabile a chi voglia accedere alla cultura intellettuale di oltre duecentocinquanta milioni di arabi, nonché di un miliardo e mezzo di musulmani nel mondo, dall'Indonesia a buona parte dell'Africa subsahariana. L'arabo standard, formatosi a partire dagli inizi dell'Ottocento con la Nahda, o Risveglio culturale e letterario del mondo arabo, continua sostanzialmente quello che fu l'arabo classico, glorioso veicolo i cui pilastri sono rappresentati dalla poesia preislamica, dal Corano e dalla letteratura medievale. Rinnovato lessicalmente e stilisticamente, l'arabo standard è oggi uno strumento comunicativo ricco, duttile e affascinante, e nel contempo rappresenta la porta di accesso ai numerosi dialetti arabi, che, dall'Iraq alla Mauritania, esprimono culture locali talvolta molto diverse e caratterizzate. Il corso, impostato secondo una strategia glottodidattica moderna e rodata, è articolato in 32 unità accompagnate da numerosi esercizi e letture, è corredato di 2 CD Audio e copre i livelli A1-B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER). . Allegati al libro 2 CD-Audio.
"Storia della letteratura araba classica" di Daniela Amaldi
-L’autrice
Daniela Amaldi è professore di Lingua e Letteratura araba presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Pisa. È membro della Commissione italiana per l’UNESCO e del comitato scientifico dell’Istituto per l’Oriente C. A. Nallino di Roma.

-L’opera
"Fermatevi e piangiamo al ricordo dell’amata e di un accampamento" è il verso con cui, secondo la tradizione, ebbe inizio nel VI secolo d.C. la letteratura che, nata in Arabia, è stata l’espressione di una civiltà diffusa dalle regioni iraniche fino all’Atlantico. Nata nel mondo tribale preislamico, questa letteratura si è arricchita, con il mutare della società, di temi e forme nuove adeguandosi alla vita intellettuale e sociale delle colte corti di califfi e di sovrani potenti.
Dopo secoli di espansione e di creazione, la letteratura araba è stata costretta ad arretrare di fronte all’avanzata di altre lingue e di altre forze. Infatti, mentre il persiano prima e il turco poi divenivano le nuove lingue letterarie delle regioni orientali, le forze cristiane avanzavano in Occidente e il potere dei Turchi si andava stabilendo nel Mediterraneo musulmano e nel Vicino Oriente. La letteratura in arabo riprenderà nuovo vigore alla fine del secolo XVIII, epoca in cui si collocano i prodromi di quella che sarà una letteratura nuova e moderna.
Questo testo ripercorre le tappe che dal VI al XVIII secolo hanno caratterizzato la cultura araba nelle sue diverse forme letterarie, in versi e in prosa, dalla poesia alla prosa letteraria, dalla letteratura amena alla critica, dalla storiografia alle relazioni di viaggio. Letteratura che è frutto di singole personalità che in arabo hanno espresso le loro passioni, ma anche quanto la società chiedeva e sollecitava a tal fine si è cercato di evidenziare i legami che uniscono questa letteratura alla vita politica e intellettuale del tempo e di delineare i profili dei più importanti letterati e poeti. 
Ideato espressamente per chi viaggia all'estero, questo manuale di conversazione, completo di dizionario, chiaro e di facile uso, è indispensabile per esprimersi e cavarsela in ogni situazione. Comprende: frasi di uso comune raggruppate in 70 sezioni tematiche, ordinate alfabeticamente; trascrizione fonetica semplice e pratica e regole fondamentali della grammatica; in ogni sezione, preziosi consigli indispensabili per il viaggio; 1800 vocaboli italiani, con relativa traduzione; 4000 vocaboli stranieri tradotti. 
Renato Traini (con la collaborazione di Maria Nallino)
Vocabolario arabo-italiano
Roma 2004 (ristampa fotomeccanica), Istituto per l’Oriente.
"HO UCCISO SHAHRAZAD"
Haddad Joumana
Confessioni di una donna araba arrabbiata.
Racconta cosa significhi appartenere all'altra metà del cielo nel mondo arabo-islamico; mostra le lotte per combattere gli stereotipi e conquistare diritti considerati inalienabili eppure tutt'altro che scontati, le gioie e i dolori; rivela le speranze ed espone le debolezze delle donne arabe, le sfide che si trovano ad affrontare e i problemi che vivono, talvolta provocano o ignorano. In queste pagine Joumana Haddad, protagonista della cultura libanese contemporanea, sconfigge cliché, tabù e restrizioni per svelarci la sua vita: dalla lettura del Marchese de Sade a dodici anni alle sue prime poesie erotiche, alla fondazione della rivista "JASAD" ("corpo" in arabo) e alle altre esperienze che l'hanno formata come donna, come poetessa, come intellettuale impegnata. 
COME FIORI NELLA POLVERE
di Gibran Kahlil
- Storie di donne comprate, vendute, ingannate dalla perfidia dell'uomo, ostentate e sfruttate come meri oggetti di piacere. Donne vittime di una legge che le vuole schiave, che le priva di ogni dignità, che sottrae loro l'inalienabile diritto all'amore. Donne calpestate, vilipese, tradite. Come fiori della polvere. Nei quattro racconti di Gibran, nelle sue poesie, riflessioni e lettere d'amore, alcune mai pubblicate in Italia, Gibran canta il suo amore per le donne, la sua dura condanna di leggi e tradizioni che privano questi fiori delicati della loro anima e della loro luce. In questi testi di Gibran, tutti tradotti direttamente dall'arabo da Hafez Haidar, risuona tutta la poesia, l'emozione e la forza che animano le pagine dell'immortale "Il profeta".
"Tra i due palazzi"
di Najib Mahfuz.
- Originariamente pubblicata in arabo tra il 1956 e il 1957, la Trilogia narra la storia dell'Egitto attraverso gli occhi di una famiglia, dai primi anni del '900 al golpe militare che nel 1952 rovesciò il governo di Re Faruk e portò al potere Gamal Abd el Nasser.In questo primo romanzo, Mahfuz intreccia magistralmente la società cairota della fine del secolo con personaggi che sono allo stesso tempo obbedienti e meravigliosamente sensuali, le loro vite austere e affascinanti. Qui i rigorosi principi delle donne "rispettabili" e dei loro uomini sono osservati scrupolosamente, in contraddizione alla cultura notturna delle danzatrici del ventre e delle bevande alcoliche, tra la presenza delle forze inglesi e australiane al Cairo. 
MIO SIGNORE, MIO CARNEFICE
- AL-SHAYKH HANAN

Difficile per Zahra, giovane libanese, volersi bene quando i primi a non darle affetto sono stati i genitori: il padre, severo e inflessibile, sempre pronto a biasimarla, e la madre, che per anni si è servita di lei, bambina, per coprire i suoi incontri clandestini con l'amante. Difficile per lei amare il proprio corpo e provare piacere quando quel corpo è stato usato e poi abbandonato e ora fa di lei una donna "immorale". Stretta in una morsa tra la famiglia soffocante e un matrimonio sbagliato che non le ha aperto la tanto sperata via di fuga, Zahra trova se stessa e la libertà nella Beirut devastata dalla guerra civile. E questo grazie all'incontro con un cecchino, uno degli uomini senza volto che dall'alto dei tetti decidono in maniera arbitraria dei destini altrui. È nel rapporto con quel "dio della morte" che Zahra riscopre paradossalmente la vita. È in quella relazione clandestina, iniziata come violenza e continuata come ossessione irrinunciabile, che conosce l'amore e la speranza nel futuro. Ma potrà essere solo una pace fragile, segnata com'è dal senso di colpa e dall'incubo dei tempi. Attraverso la sua protagonista, emblema di ogni donna oppressa ma anche di ogni vittima della follia della guerra, Hanan al-Shaykh ci regala un ritratto indimenticabile dell'innocenza distrutta dalla violenza. 
IL GIORNO IN CUI FU UCCISO IL PRESIDENTE 
NAGIB MAHFUZ 
*
Il Presidente Sadat fu assassinato il 6 ottobre del 1981. Questa data cardine per la storia dell'Egitto (all'indomani Hosni Mubarak avrebbe preso il suo posto) costituisce l'apice intorno al quale si sviluppa l'intero racconto corale di questo romanzo, in un drammatico crescendo. Protagonisti sono i membri di una famiglia della classe media cairota durante i primi anni Ottanta: per l'Egitto quella fu un'era di transizione, un periodo di crisi profonda in cui la gente comune, di ogni estrazione sociale, veniva spinta verso il cosiddetto "abisso dell'Infi tah", l'apertura al libero mercato. In questa folle corsa tutto era sovrastato da un senso di "fine", una sensazione di panico, mentre persone innocenti assistevano impotenti alla rapida disintegrazione del loro mondo. Un intero stile di vita con le sue tradizioni antichissime e i suoi valori tramandati di generazione in generazione si stava semplicemente sgretolando, aprendo la strada a un nuovo materialismo spietato: un "regno dei corrotti" in cui solo i più forti possono sopravvivere, agli altri non resta che soccombere. 
Il profeta è un libro di Khalil Gibran pubblicato nel 1923 a New York dall'editore Knopf. Si tratta di una raccolta di poesie legate da un filo comune narrativo nel quale si inseriscono tematiche differenti. È strutturato a domande e risposte: per ogni argomento, un personaggio fa una domanda al Profeta, il quale risponde per metafore e analogie con un testo di tipo poetico.

È un testo che ha molto di religioso, pur non inserendosi esattamente in nessuna religione, dato che parla di temi quali lo spirito, la mente, la natura.
LE DONNE DEL VENTO ARABO
Moghrabi Razan

La Libia, un Paese ricco dove il petrolio scorre a fiumi, ma che tra le sue vie e i suoi palazzi nasconde vicende di discriminazione e chiusura sociale. "Le donne del vento arabo" è la storia di un duplice viaggio. Il primo è quello di Bahija, arrivata a Tripoli dal Marocco, con la speranza di raggiungere la Francia, passando per l'Italia, e sfuggire all'umiliazione di sentirsi sempre trattata come una "serva". L'altro viaggio si snoda all'interno delle vite di quattro donne, unite da amicizie di comodo e da uno strano rapporto con la Scrittrice, un personaggio che si insinua nella vita di ognuna e ne coglie il grande desiderio di raccontarsi. Tra le mura del palazzo in cui vivono si mischiano quindi i racconti di donne ripudiate, di seconde mogli obbligate a tenere segreto il loro matrimonio, di violenze e tradimenti inconfessati. Una Tripoli dove le figure femminili devono necessariamente adeguarsi e sottostare a leggi non scritte imposte dagli uomini. Un doppio viaggio documentato da Bahija, che su un barcone della speranza affiderà a un registratore, regalatole dalla Scrittrice, le sue memorie libiche e i suoi sogni di rinascita e libertà, che aspetta di realizzare appena approdata sulla costa italiana. 
OGNI MATTINA A JENIN
Di: Abulhawa Susan
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Un romanzo struggente che può fare per la Palestina ciò che il "Cacciatore di aquiloni" ha fatto per l'Afghanistan. Racconta con sensibilità e pacatezza la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di Israele e a vivere la triste condizione di "senza patria". Attraverso la voce di Amal, la brillante nipotina del patriarca della famiglia Abulheja, viviamo l'abbandono della casa dei suoi antenati di 'Ain Hod, nel 1948, per il campo profughi di Jenin. Assistiamo alle drammatiche vicende dei suoi due fratelli, costretti a diventare nemici: il primo rapito da neonato e diventato un soldato israeliano, il secondo che invece consacra la sua esistenza alla causa palestinese. E, in parallelo, si snoda la storia di Amal: l'infanzia, gli amori, i lutti, il matrimonio, la maternità e, infine, il suo bisogno di condividere questa storia con la figlia, per preservare il suo più grande amore. La storia della Palestina, intrecciata alle vicende di una famiglia che diventa simbolo delle famiglie palestinesi, si snoda nell'arco di quasi sessant'anni, attraverso gli episodi che hanno segnato la nascita di uno stato e la fine di un altro. In primo piano c'è la tragedia dell'esilio, la guerra, la perdita della terra e degli affetti, la vita nei campi profughi, condannati a sopravvivere in attesa di una svolta. L'autrice non cerca i colpevoli tra gli israeliani, racconta la storia di tante vittime capaci di andare avanti solo grazie all'amore. 
MAROCCO 
di Tahar Ben Jelloun
***
Se il Marocco fosse un libro dovrebbe saper raccontare il volto sfuggente di un paese che, con la sua luce abbagliante, si offre all'osservatore sempre di sbieco. Dovrebbe essere un libro nelle cui pagine accomodarsi come nelle stanze più intime di una casa.
Dovrebbe essere un'opera inesauribile, capace di mischiare i generi fino a stordire il lettore, il visitatore, il viaggiatore attento.
Grazie a Tahar Ben Jelloun, il Marocco è un libro.
Da Tangeri a Marrakech, da Casablanca al Rif, il diario di un delicato viaggio sentimentale.
IL RAZZISMO SPIEGATO A MIA FIGLIA
di Tahar Ben Jelloun
*** 
Il razzismo è un comportamento piuttosto frequente nelle società umane, che si manifesta sotto forma di diffidenza, superiorità e disprezzo nei confronti delle persone che hanno caratteristiche fisiche e culturali diverse dalla nostre. La persona discriminata viene percepita come diversa per differenze che riguardano l'aspetto fisico (altezza, colore della pelle) oppure quello psichico: differenze di comportamento, di mentalità, di credenze, eccetera.

Semplice e chiaro, pensato per i ragazzi dagli otto ai quattordici anni, il libro dello scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun, di sole 62 pagine, costituirebbe davvero un utile vaccino antiviolenza, da introdurre nelle nostre scuole, per abituarci tutti, ragazzi e genitori, a una serena convivenza nella futura società multietnica e multiculturale.
RAGAZZE DI RIAD
di Rajaa Alsanea
***
Quattro giovani studentesse universitarie, di famiglie ricche e privilegiate, alla ricerca del vero amore. La città in cui vivono, però, è Riad, capitale dell'Arabia Saudita, e la società nella quale si muovono impone loro un numero infinito di regole e comportamenti, spesso dettati dalla famiglia o dalla comunità che non tengono in considerazione i loro desideri. Attraverso resoconti di un'anonima narratrice, che invia i propri scritti via internet, l'unico mezzo di comunicazione privata possibile, prendono forma le storie di Qamra, in continua lotta contro le tradizioni familiari e contro la propria debolezza; di Michelle, per metà araba e per metà americana, incapace di sopportare le restrizioni della società saudita e per questo vittima della maldicenza; di Sadim, ferita da un amore che la condizionerà per la vita; e di Lamis, forte e determinata a conquistare sia l'uomo di cui si è innamorata sia la libertà in un altro paese. Ragazze che condividono la medesima estrazione ma che hanno desideri e caratteri differenti, e per questo riescono a creare una loro piccola comunità, a farsi forza l'una con l'altra, a imparare dagli errori altrui in un contesto che ne permette pochissimi a chi cerca l'indipendenza. Opera di una studentessa venticinquenne, "Ragazze di Riad" è un romanzo incredibilmente onesto sulla difficile condizione femminile in una società come quella saudita, e per questo ha subito forti censure in patria. Ma è anche, e soprattutto, uno straordinario racconto sulla ricerca dell'amore a qualsiasi costo.
LA TERRAZZA PROIBITA
di Fatime Mernissi
***
“Venni al mondo nel 1940 in un harem di Fez, città marocchina...”. Così Fatema Mernissi, una della voci femminili più eloquenti del mondo musulmano, apre quest’intensa memoria d’infanzia. Il contrasto fra tradizione e modernizzazione che sovverte la società marocchina in quegli anni è ben presente nella narrazione di Fatima, dove la vita privata e quella pubblica s’intrecciano costantemente e felicemente: ne è nato un libro seducente e provocatorio, delicato e drammatico al tempo stesso, che fa giustizia degli stereotipi negativi così come delle visioni idealizzanti dell’harem e ci coinvolge in una dimensione affascinante, in cui il desiderio di una piena libertà femminile si mescola all’orgogliosa difesa della propria cultura d’origine.
GLI AMANTI DEL MAR ROSSO
di Sulaiman Addonia
***
Nelle strade di Jeddah, in Arabia Saudita, le donne, completamente velate, appaiono come macchie scure nella luce accecante. Ma un giorno una di loro fa cadere ai piedi di Naser, romantico ragazzo venuto dall'Africa, un bigliettino. È una dichiarazione d'amore, con la promessa di ritornare indossando delle scarpette rosa per farsi riconoscere. Nasce così, clandestinamente, la rovente passione fra Naser e Fiore, la donna misteriosa. Una relazione proibita, impossibile, che ben presto porterà i due giovani amanti ad affrontare la prova più dura e straziante...
TAHAR BEN JELLOUN
L' Ultimo amore è sempre il primo?
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"Il primo amore è sempre l'ultimo. Nel mio paese c'è qualche cosa di spezzato nelle relazioni tra l'uomo e la donna. In seno alla coppia non c'è armonia. L'amore è riflesso di una grande violenza. Troppo spesso è confuso con la sessualità." 
Questo libro racconta il disequilibrio e i malintesi tra l'uomo e la donna arabi. Le storie che vi si trovano parlano unicamente d'amore, cioè di solitudine, di segreto e di incomprensione. E poi il bisogno d'amore diventa presto una ricerca di sé: perché, per amare l'altro, bisogno amare un po' se stessi. Non è semplice in un paese dove le tradizioni aiutano soprattutto l'uomo a imporre il suo piccolo potere anche quando nulla può essere fatto senza la partecipazione della donna.
IL RIONE DEI RAGAZZI
di Naghib Mahfuz
***
La storia dei "ragazzi di una medesima discendenza", quali sono Adamo e Mosè, Gesù e Maometto, raccontata dalla mente filosofica e dal cuore libero dell'egiziano Nagib Mahfuz, assume dopo l'11 settembre una notevole importanza soprattutto in un momento in cui la voce civile e laica di alcuni intellettuali stenta a farsi sentire. Questo romanzo è la rivisitazione della spiritualità popolare presente tra i cantastorie nelle caffetterie della Vecchia Cairo e nelle Scritture. Narrazione a sfondo sociale, appello alla tolleranza e alla comprensione tra gli uomini, offre l'immagine di una coscienza che non ama le divisioni, pensa liberamente, crede nella fratellanza dei popoli: figli di uno stesso Dio.
IL VIAGGIO DI IBN FATTOUMA 
MAHFUZ NAGIB

Quando la donna che ama e vorrebbe sposare gli viene ingiustamente sottratta da un uomo più potente di lui, Ibn Fattouma decide di mettersi in viaggio per raggiungere la mitica terra di Gebel, da cui nessuno ha mai fatto ritorno e dove spera di trovare saggezza e conoscenza per sé e la sua gente. Per raggiungerla, la sua carovana dovrà attraversare cinque nazioni, ognuna con la propria religione e il proprio governo. La prima è Mashriq, soggetta a un despota e abitata da schiavi nudi che inneggiano alla Luna; poi Haira, una nazione teocratica governata dall'esercito; la terza è Halba, terra di estrema libertà; segue Aman, società dove regnano giustizia e ordine ma nella quale sembra non esserci spazio per i sentimenti; infine Ghuroub, dove vige il culto della Ragione. Ibn Fattouma subisce un'iniziale fascinazione da parte di ciascuna, ma alla fine si rende conto che il dolore e la guerra regnano ovunque, tanto da temere che la stessa terra di Gebel sia solo un sogno. Pubblicato in arabo nel 1983, "Il viaggio di Ibn Fattouma" è una favola magica e raffinata sulla ricerca della società perfetta, sul desiderio mai appagato di felicità, ma anche, tra le righe, una velata critica a quell'Islam cui Mahfuz stesso appartiene. 
Ti ho amata per la tua voce
di Nassib Sélim

Una nuova edizione tascabile per la storia di Umm Kalthum, la più grande cantante del mondo arabo, raccontata con le parole del poeta Ahmad Rami, che amò per tutta la vita e scrisse i testi delle sue canzoni. Un romanzo che racconta 50 anni di storia del Medio Oriente.
La città delle donne invisibili 
Di: Ferraris Zoë

Leila è una giovane regista araba; portare il burqa non le impedisce di girare documentari su argomenti scomodi, come l'ipocrisia religiosa e i tabù legati al sesso, nella sua città, Jeddah. Miriam, invece, con il burqa non sa fare nemmeno due passi senza inciampare: è americana, ed è finita in Arabia Saudita per ricongiungersi con il marito, che lavora come guardia del corpo per un ricco cliente. Vorrebbe andarsene al più presto da quel mondo claustrofobico in cui è costretta a sottostare a leggi che non capisce e non le appartengono, un paese in cui le donne vengono arrestate se indossano i pantaloni, guidano l'auto, ascoltano musica in pubblico o, peggio ancora, frequentano uomini che non sono loro parenti. I destini di Leila e Miriam si incrociano inaspettatamente quando la prima viene ritrovata priva di vita su una spiaggia e il marito della seconda scompare all'improvviso. Sarà una terza donna a cercare di districare i legami tra le due vicende: Katya, il cui desiderio di indipendenza è tale da spingerla a mentire, fingendosi sposata, pur di poter lavorare come tecnico in un laboratorio della Scientifica. Ad aiutarla nella ricerca della verità è Nayir: guida del deserto e musulmano devoto, che di Katya è innamorato ma che non sa conciliare i desideri ispirati da quel sentimento con i rigidi precetti della religione.

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