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La protagonista si reca ogni inverno in questo Paese “dall’altra parte del mare” per motivi professionali e culturali. Il posto la conquista in modo graduale, fino a renderle sempre più difficile il ritorno in Europa. Nella cittadina di porto in cui si ferma sempre, conosce Nadir, il suo futuro affittuario e vicino, con il quale nel tempo si avvierà una fruttuosa collaborazione nel settore immobiliare e una bella amicizia. Tra un incarico e l’altro e la fine della sua precedente burrascosa relazione sentimentale, alla protagonista capita di trovarsi nel Paese in questione esattamente al momento dello scoppio di una rivoluzione epocale, che sarà allo stesso tempo una “rivoluzione della rivoluzione”, dato il metodo con il quale ha preso corpo per la prima volta nella storia: attraverso internet, la rete. Il suo rapporto con Nadir si farà passo a passo più tenero parallelamente al procedere della rivoluzione nel suo Paese. Lui sarà fondamentale per la rivelazione di alcuni dettagli di quei giorni. I due si innamorano, ma poiché Nadir è già sposato, separato in casa con tre bambini, le vite dei due restano separate solo da una invalicabile parete. Il testo parte da un blog, aperto e aggiornato giorno per giorno dalla stessa autrice, sulla rivoluzione egiziana dell’anno in corso, con dati storici e sociali reali raccolti in loco per mesi. Da questo si è sviluppato un romanzo che è per sua natura da un lato sentimentale (la trama in primo piano riguarda l’evolvere di un coinvolgimento sentimentale tra la protagonista e Nadir) dall’altro storico/sociologico, per il valore dei dati raccolti che creano lo sfondo, la trama dietro la storia dei due protagonisti, con le cui vite a un certo punto si interseca.


“E’ la prima rivoluzione della storia partita da internet. Ci hanno messo tre anni a orchestrare la sollevazione di massa come fosse organizzare un colossale concerto”

“(…) i suoi modi signorili anche nello humor, lo humor anche nei problemi, e quella complicità spassosa che sta fuori dalle razze”

“E di nuovo incespichi in quell’aura di omertà che ti è già ben nota tra i locali, come se chi parla arabo detenesse la supremazia di un segreto insondabile per sempre”

“Sulle strade della capitale all’ora della chiamata dalla moschea tutti si inginocchiano a terra pregando insieme come api che disegnano un alveare perfetto, davanti alle file di elmetti e scudi della Polizia. In contemporanea con loro, ti ritrovi spesso nella posizione yoga “della devozione”, ad allungare la schiena per ridurne il dolore, ripetendo pari pari il loro gesto - come se una forza ironica, poetica e misteriosa vi rendesse uno”

“Usa molto il linguaggio delle mani, tanto che ormai associ la presenza di Maria ad un continuo tintinnio di braccialetti”

“Non c’è nessun’America dietro. Nessun piano prestabilito dall’esterno. All’America non fa comodo la situazione attuale, coi suoi alleati e i suoi interlocutori spaventati”

“Sembrava un Paese in bilico tra un mondo superato e il futuro: poliziotti e militari – poliziotti, militari e capre sotto le sferzate delle tempeste di sabbia”

“Lei si arrampica tra le sue braccia e le sue spalle scure mentre lui si appisola. Tu non puoi muovere un dito, e forse è solo per poco che non muori”

“Il saluto è un abbraccio al suo giubbino di pelle, ‘solo amici’ sotto lo sguardo di tutti”



Sonia Serravalli è nata a Ferrara il 8/12/1973 ed è laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Bologna. Vive tra Ferrara e le mete dei lunghi viaggi che adora: al momento a Dahab, in Egitto.
Riceve premi e segnalazioni di merito presso diversi concorsi letterari in Italia. Edito nell’aprile 2007 (premio letterario nazionale Rhegium Julii, Opera Prima) è il suo L’oro di Dahab, opera autobiografica/narrativa sul confronto con il mondo musulmano, presentato alla Fiera del Libro di Torino 2007 e al Festival Internazionale del Libro 2008 a Guadalajara, Messico. Del 2011 è blogger, rivoluzionando.wordpress.com, quasi un diario dall’Egitto sulla rivoluzione, da cui l’autrice ha tratto spunti per il presente romanzo. Adora Neruda, Alda Merini, Gabriel Garcia Marquez, Henry Miller.
Sue lettere di viaggio e poesie nei siti: http://www.mexicoart.it, www.dahabtravel.eu, www.soniaserravalli.wordpress.com e molti altri.

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